mercoledì 19 giugno 2013

Radiazione dall'albo per l'avvocato che richiede onorari irrisori o lavora sostanzialmente gratis


Il titolo è una provocazione, uno scherzo, ma lascia intendere quanto sia drammatica la realtà napoletana e meridionale in generale. Una contromisura al decadimento del formalismo dei legali e della considerazione che questi hanno tra il pubblico andrebbe imposta.
Tra le principali colpe quella della richiesta di onorari talmente irrisori ed esigui da rendere la prestazione lavorativa del tutto gratuita o poco gratificante, anzi mortificante. I clienti abusano e si spingono fino a non pagare nemmeno il grottesco e simbolico emolumento che gli viene richiesto. Come si pretende rispetto e considerazione se ci sono avvocati che patrocinano in cause penali finanche per 200 miseri euro?
Totò in Miseria e Nobiltà
Penserete che questo malcostume sia delle giovani leve, nossignore, non solo, addirittura avvocati del capoluogo di provincia il cui nome appare conosciuto e popolare in certi ambienti inclini al reato scivolano sulle richieste economiche. Parcelle irrisorie e nomine a pochi euro: la giusta esca per attrarre clientela e far circolare il proprio nome sulla piazza, magari per vanità o per le classiche "pose" agli occhi dei colleghi, giusto per far vedere di essere il principe del foro in voga tra il popolo.
Anche avvocati con anni ed anni di esperienza stanno fomentando questa trappola mortale per l'intera classe forense, creando problemi anche ai giovani avvocati che si vedono ammazzare il mercato da "titolati nominativi" che la gente magari si ritrova sui giornali o nel fluido flusso del passaparola cittadino, lasciandosi condizionare dalla "popolarità" del professionista.
Come porre fine a questo dilagante decadimento? Forse il titolo dell'articolo non è tanto sbagliato.

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