venerdì 26 ottobre 2012

Emergenza giustizia politica: non è tutto "divino" ciò che viene predicato dai magistrati.


Hanno due braccia, due gambe ed una testa, non sono Dei del Monte Olimpo la cui parola è vangelo insindacabile. Sono uomini come noi, della stessa materia, con gli stessi vizi e con i medesimi interessi. Sono anch'essi essere fallibili e spesso ciò che propinano o ciò che sbandierano non è la verità, ma il frutto di un pensiero politico o di un ragionamento dogmatico che loro stessi si prefigurano come entità immutabile e divina: sono i loro teoremi, spesso fatti valere con l'atteggiamento degli sceriffi nei  confronti dei GIP o di qualsiasi altro collegio giudicante, ponendosi spesso come si pongono coloro i quali sono oggetto delle loro indagini.
Si parla dei magistrati, alcuni per fortuna, spesso faziosi e politicizzati i quali non rispettando il sacro e supremo (quello sì) principio di separazione dei poteri in uno Stato, si arrogano il potere di condizionare pesantemente il potere esecutivo e persino quello legislativo. Si arresta un soggetto non gradito politicamente perché assume condotte non conformi al proprio credo politico o alla loro dottrina marxista e/o manettara di estrema destra. Si interpretano i fatti come sussumibili sotto fattispecie di reato abusando del principio delle infinite interpretazioni per infiniti interpreti. Si chiudono gli occhi sui veri o presunti reati dei soggetti che portano i loro stessi colori politici. Si considerano 'ndranghetisti quasi tutti i calabresi residenti al Nord, si etichetta come casalese ogni arrestato o imprenditore goliardico del casertano.E potremmo continuare per pagine.
Si ricordano purtroppo solo i casi emblematici e mediatici di malagiustizia come quello di Enzo Tortora e i continui assalti a Berlusconi, ma in Italia ci sono centinaia di Dell'Utri che sono nel tunnel dell'oblio dimenticati  e non evidenziati dalla stampa e dai telegiornali; gente che soffre in silenzio e spesso chiusi in una gabbia di ferro a marcire soprattutto psicologicamente come esseri di razza inferiore: Dio solo sa quanto sono bestiali ed inumani i reati di opinione o di stile di vita non conforme alle dottrine politiche del giudicante o dell'accusatore.
Oggi si arrestano persone per "reati" assurdi come quello di "favoreggiamento di terremoto" quindi come possiamo pensare di essere in un paese libero. Ogni nostra azione o parola viene monitorizzata tanto che sui giornali si ritrova ogni sorta di materiale probatorio coperto da segreto istruttorio, spacciato da chi sa chi ai giornalisti amici e più faziosi dei mentori. L'intercettazione pubblica, il mezzo prediletto dal fazioso accusatore di turno per abbattere politicamente il Bossi di turno, l'eccellenza amministrativa della Regione Lombardia, il Presidente del Consiglio di turno e persino il Presidente della Repubblica.
Perché l'opinione pubblica non si sveglia e pensa un po con la propria testa e non recepisce dogmaticamente ciò che viene propinato come messaggio divino infallibile? Nessuno ha mai pensato che spesso sono operazioni politiche o che addirittura sono palesi errori giudiziari dettati dal persecuzionismo?
Magari poi il tempo sgonfierà ogni inchiesta, ogni operazione o blitz mediatico-giudiziario e i giudicanti assolveranno o ridimensioneranno i casi, a nocumento già arrecato però e senza che nessun giornalista o telegiornale riabiliti il malcapitato o banalmente chieda scusa.
Intervenga con il manganello e la sciabola il legislatore e ristabilisca l'equilibrio tra poteri, qualche potere esercita più funzioni o prerogative che secondo la Costituzione e il diritto naturale potrebbe esercitare.
Il diritto deve prevalere e per diritto si intende quello contenuto nei codici o in altre leggi vigenti, non quello di codici paralleli o non esistenti.

martedì 23 ottobre 2012

Sempre "meno" avvocati e troppi "periti avvocati", indice della crisi della professione?


Gli avvocati sono costretti a manifestare, sono scesi in piazza come qualsiasi altra categoria, come tassisti qualunque. Quella che fino ad oggi viene storicamente considerata una casta capace di influenzare i centri di potere e politici sente la necessità di scendere in piazza in corteo.
Una volta la sua influenza, la classe dei forensi la faceva pesare nelle segrete stanze del potere attraverso la sua unità e compattezza, attraverso la sua capacità di persuasione ma soprattutto per il suo peso politico. Ha ancora lo stesso peso la classe degli avvocati? A parere dei molti si è costretti ad usare persino la piazza per far valere le proprie esigenze e ragioni in quanto la casta dei banchieri e dei professori che oggi governa l'Europa li comincia a trattare come merce di scambio ovvero non come prestatori d'opera intellettuale. L'appunto è certamente corretto. Bisogna capire verso cosa e quali punti delle pseudo riforme montiane si manifesta. Certamente è aberrante l'accorpamento dei Tribunali anche per circoscrizioni giudiziarie più ampie o per zone che meriterebbero un tribunale a se. Certamente è inutile e dispendioso economicamente mantenere in Piemonte ben 17 tribunali tra i quali spiccano per simpatia Mondovì e Saluzzo, mentre in Campania si accorpa una circoscrizione giudiziaria come quella flegrea (Pozzuoli,Quarto,Bacoli,Monte di Procida, Ischia, Procida) che ha un bacino di popolazione abbastanza ampio con Napoli: era meglio creare il famoso Tribunale di Giugliano che avesse compreso le circoscrizioni flegree e quelle della Napoli ovest (Giugliano, Marano, Qualiano ecc.).
Si combatte solo per mantenere i giudici di pace sul territorio non si capisce a favore di chi: cittadini disagiati sono anche gli utenti del Tribunale e non solo quelli dei GDP, perché si consideri solo questi ultimi e ci si batte solo per mantenere la loro dislocazione sul territorio è ancora poco chiaro. Speriamo non insistano altre figure professionali al riguardo come quelle che verranno di seguito citate.
Per non parlare del problema maggiormente spinoso e per il quale paga le riforme in negativo tutta la categoria degli avvocati: la presenza sempre maggiore di periti e "praticari" vari di sinistri stradali che hanno letteralmente assediato il settore dell'infortunistica stradale andando addirittura a sostituirsi agli avvocati nella gestione delle pratiche civili del settore, con tutte le conseguenze economiche che ciò ha comportato sul mercato delle assicurazioni per soprusi e "trastolerie" vere o presunte.
Si dice che le ultime misure prese dai governi sono soprattutto indirizzate ad arginare il fenomeno dei "tozzatozzari" ma ciò purtroppo sta penalizzando anche gli avvocati che si occupano di altro e che tutelano interessi molto più delicati delle persone e delle società commerciali. Siamo arrivati così in basso che ci sono periti ignoranti e scellerati che inviano messe in mora alle compagnie assicurative con dinamiche fasulle nonostante l'intervento e il rapporto dei carabinieri, esponendosi perciò a responsabilità penali, magari proprio perché la controparte era un penalista che incidentalmente trattava il sinistro di uno stretto congiunto.
Altra fregatura è la mediazione obbligatoria perché non solo i laureati in legge possono fare i mediatori ma anche i laureati di discipline scientifiche o ingegneristiche, i quali, questi ultimi, non sono chiamati più solamente a fare i consulenti tecnici ma possono addirittura mediare o gestire affari legali che di certo non sono propriamente di loro competenza. Con questa filosofia si avalla la deprecabile ed annosa mentalità e piaga dei periti che fanno gli avvocati, di "tozzatozzari" che presumono con arroganza e saccenza di saper fare i risolutori di cause legali. Cari avvocati, cercate di prendere a calci nel sedere costoro e dimostrate di essere prestatori d'opera intellettuali che non accettano lezioni giuridiche da questi e non fatevi rubare la professione, in un settore marginale ma percentualmente importante, da questi istigatori di "trastole", altrimenti implicitamente approvate la scelta della mediazione obbligatoria che può essere effettuata da ogni "quisque de populo".
Purtroppo tale settore è diventato un ammortizzatore sociale così come il porta gente in discoteca. Sarà mai questo uno dei motivi per il quale la classe dei legali ha perso peso politico? Si manifesta in piazza anche per i colleghi ingiustamente accusati dalle "antimafie" di turno perché scomodi o non si ha il coraggio di ribellarsi a certe caste come quella della magistratura che tratta i legali come pezze da cesso che possono essere sbattuti in carcere anche quando fanno il loro lavoro?
Anche tali umiliazioni dei diritti degli avvocati andrebbero menzionate, ma questa è tutt'altra storia, è quella di faziosi giornalisti che sotto dettatura di chi sa chi hanno maggiore influenza verso il potere giudiziario rispetto a chi è deputato ad esercitare la professione forense.