sabato 18 aprile 2020

Piemonte, dalla leadership di Cota agli equilibri di Cirio

Alberto Cirio è una persona pacata e moderata, non certo un trascinatore di berlusconiana memoria, più un uomo di equilibri, che nonostante la dura prova del coronavirus sembra reggere discretamente la situazione politico-amministrativa.
Ha molti margini di miglioramento davanti a se ed è una persona pulita e presentabile, anche nell'aspetto.
Si è trovato subito nel bel mezzo di una emergenza mondiale ed a capo di una regione che ha una popolosa provincia di Torino non proprio legata al mondo di centrodestra, i cui uomini di tale Chiamparino sembrerebbero essere ancora al comando in posizioni chiave all'interno del mondo sanitario e delle aziende sanitarie locali. Quindi non proprio una congiuntura a lui favorevole; almeno non ancora.
Ma proprio sul punto debole della sua giunta l'opposizione "rossa" e "grillina" cerca di punzecchiarlo: sostenendo che parlano in troppi, che Cirio non eserciterebbe una leadership forte ed autoritaria nei confronti delle forza politiche che sostengono l'attuale maggioranza piemontese e che si lascerebbe condizionare troppo da certi leghisti, che in cuor loro lo tengono a tiro in realtà, proprio per farlo apparire debole e ricattabile dal punto di vista politico.
Roberto Cota e Alberto Cirio
Se Alberto Ciro comincerà a puntare i piedi a terra e a sbattere i pugni sul tavolo, accentrando su di se la falange del comando, ma soprattutto parlando da solo, il Piemonte potrebbe ritrovare quella guida che oramai manca in casa centrodestra dai tempi del buon Roberto Cota, sfortunato al tempo, ma certamente personaggio di spessore sia all'interno della Lega del tempo sia sul territorio piemontese e novarese in particolare.
Anche Cota, affrontò franchi tiratori, ma la sfortuna che chiuse quella stagione veniva soprattutto da forze esterne alla politica, che ad oggi, il tempo ha reso giustizia sull'uomo e sul politico.
Cirio avrebbe il vantaggio di non essere leghista e la circostanza conta negli ambienti torinesi, quindi è più o meno "aggredibile" da botteghe oscure, pertanto rafforzando il suo piglio sulle forze di maggioranza, magari anche con qualche colpo di frusta, potrebbe durare più a lungo e rafforzare la sua leadership governativa, in uno scenario nordico che purtroppo vede quasi sempre il Piemonte rincorrere la Lombardia ed il Veneto su ogni iniziativa o politica.

Il Funambolo 

sabato 11 aprile 2020

Lega, Tiramani chiede l'intervento della Commissione vigilanza RAI: Conte è inadeguato


Lettera dei capigruppo di Lega, Fdi e Fi al presidente Barachini per "Convocare la Commissione di Vigilanza oggi stesso per discutere delle gravi dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte"
A chiederlo in una lettera inviata al presidente Barachini i capigruppo in Vigilanza dei partiti di Centrodestra, Daniela Santanchè (FdI), Giorgio Mulè (FI), e Paolo Tiramani (Lega).
La sfuriata dell'inesperto Premier Conte ha fatto saltare dalla sedia il deputato Paolo Tiramani della Lega, membro della Commissione di vigilanza della Rai, il quale ha asserito: "Con la scusa di far passare urgenti provvedimenti in tempo di emergenza, è riuscito ad utilizzare la TV pubblica per attaccare le opposizioni. Questo è un atto politico molto grave, al quale noi risponderemo con fermezza. Conte non è un uomo di stato, ma un individuo completamente inadeguato".

Il Funambolo

giovedì 9 aprile 2020

L'emergenza Coronavirus risveglia il desiderio di maggiore federalismo da Nord a Sud



I governatori delle Regioni rivendicano maggiore autonomia e poteri nella gestione della corrente emergenza sanitaria, anche sui diritti e le libertà Costituzionali, ma si trovano imbrigliati nelle maglie non certo larghe del dettato normativo della nostra Costituzione, la cui riforma del titolo V è iniziata nel 2001 con il governo D'Alema per poi proseguire con i governo Berlusconi, ma senza assumere i tratti di un vera svolta federalista: una strada interrotta a metà.
Così il Consiglio di Stato boccia il Sindaco di Messina sulla "chiusura" e limitazioni imposte per l'attraversamento dello stretto; Fontana non ha potuto dichiarare nuove zone rosse; De Luca invece nel dubbio normativo sbatte i pugni e va oltre; idem Cirio in Piemonte su alcune limitazioni "metriche" della distanza da casa per gli spostamenti.
Da Nord a Sud rivendicano tutti, nei fatti e talvolta a parole, maggiore federalismo per soddisfare con maggiore pregnanza gli interessi pubblici locali, nella cornice di principi sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.