lunedì 30 gennaio 2012

Sinistra a Pozzuoli: fanno i galli sulla "monnezza".


Si atteggiano, pavoneggiano, gonfiano il petto, insomma fanno i galli sulla "monnezza" gli esponenti del centrosinistra puteolano. Girano per le piazze dispensando un clima di sicuro successo alle prossime elezioni amministrative a Pozzuoli, tanto da sembrare dei "guasconi" che concedono apparentamenti o "benedizioni" politiche.
Anche prima delle scorse elezioni vinte dall'ingegner Magliulo assunsero il medesimo atteggiamento di spavalderia, Giacobbe cadde e loro cantavano vittoria prima del tempo, gonfiando il petto e dispensando pubblicamente falso perbenismo e moralismo, come fanno oggi. Poi a poche settimane dalle elezioni irruppe sulla scena il sindaco sceriffo Magliulo che ricompattò il centro destra e vinse le imminenti elezioni mandando all'aria i sogni di gloria che i "sinistroidi" avevano fin lì ostentato.
Oggi la storia si ripete e i signorini della sinistra fanno i conti senza l'oste, spadroneggiano per la città con l'aria del perfetto solone ingenerando nelle menti di qualche fragile democristiano e di molti "addetti ai lavori" la ferrea sensazione di aver già vinto le elezioni senza aver disputato la partita.
Guai a criticarli o persino a punzecchiarli o a fargli semplici osservazioni: questi si arrabbiano, si irritano, divengono subito isterici e si chiudono a riccio in difesa del loro lider maximo e partono alla carica tutti contro uno con denigrazioni ed offese gratuite verso colui il quale ha osato dubitare, criticare, dialogare. "Lesa maestà" è il grido intriso di astio e di rabbia che gli consente subito di strapparsi le vesti e di strepitare compulsando sentenze ed anatemi di immoralità e di illegalità, proprio per ristabilire la propria superiorità "spirituale".

sabato 21 gennaio 2012

Liberalizzazioni farsa: gli ordini e i notai sono ancora "Casta burocrate"

Siamo assolutamente delusi da questo pacchetto liberalizzazioni, misure che potevano essere varate anche da un esecutivo politico che ha i vincoli politici. Dai professoroni ci si aspettava ben altro e molto più coraggio, infatti i notai rimangono casta e le professioni si stracciano le vestri per nulla, l'abolizione delle tariffe era di fatto già esistente, nessuno si basava più su quei criteri economici da anni. I giovani sono stati presi in giro e rimarranno ancora più precari e sfruttati, soprattutto negli studi professionali. Questo governo fantoccio non ha avuto il coraggio e dubito anche le capacità di scardinare i monopoli tenuti in mano da un branco di signorotti che celano le proprie incapacità ed imperizie dietro lo scudo protettivo e burocratico delle corporazioni di riferimento, ove non vigono assolutamente criteri meritocratici. Siamo un paese di burocrati. Prendo atto che l'America è ancora lontana. Forse l'unica misura favorevole e decente sarebbe quella delle società di capitali semplificate per gli under 35 "SSRL" per i giovani con capitale simbolico di 1 euro. Il resto è tutta un a presa in giro, quindi adesso smammate ed andatevene a casa soloni burocrati!!!

mercoledì 11 gennaio 2012

Limitare la carcerazione preventiva e curare i malati "torturati" in carcere.

La carcerazione preventiva è diventata un grosso e pericoloso problema in questo paese. Andrebbe limitata a coloro i quali sono gravati da seri indizi di pericolosità per la pubblica incolumità e a coloro i quali sono dediti a violenze su persone. Non è possibile tenere in carcere, che rappresenta l'extrema ratio nonostante tutto, anche soggetti che possono aver a carico gravi indizi di colpevolezza ma non rappresentano certo degli aguzzini o dei soggetti pericolosi per la cittadinanza ma questa misura cautelare estrema viene usata con molta facilità, soprattutto nei confronti di perseguitati "politici" o di soggetti che hanno un certo impatto mediatico o peggio ancora nei confronti di poveri cristi presi d'occhio da qualche Pm che ha un debole per certi reati.
Si è innocenti fino al terzo grado di giudizio e fino al passaggio in giudicato di una sentenza di condanna, non dimentichiamolo.
Oggi purtroppo molti soggetti non pericolosi accusati anche di reati satelliti ovvero di favoritismi o presunti concorsi esterni di associazioni mafiose o similari, sono tenuti in carcere nonostante le loro condizioni di salute non siano compatibili con il regime carcerario: gente malata di fegato, anoressici, persone su sedie a rotelle o con altre gravi patologie. Non importa tutto ciò, basta che si pronuncia la parolina magica "mafia", "camorra" ecc. per veder calpestato ogni diritto in totale spregio al principio di gradualità nell'applicazione delle misure cautelari.  E' pur vero che una recente legge impone al giudice l'applicazione della misura cautelare in carcere in presenza di gravi indizi in ordine a tali reati (incostituzionale perchè sempre il giudice dovrebbe vagliare caso per caso le situazioni che gli sono sottoposte ed applicare la misura cautelare più idonea) ma è altresì sacrosanto e vero che la legge sancisce misure alternative al carcere per chi è incompatibile con la detenzione. Principio umano e civile oltre che giuridico, puntualmente disatteso soprattutto nelle grandi città italiane del meridione.  
Si costringono malati gravi a dover patire lo stato detentivo facendo con ciò peggiorare irrimediabilmente, in molti casi,  il loro stato di salute per poi essere scarcerati solamente quando si hanno pochi mesi conclamati di vita o quando si è sull'orlo dello stato vegetale. Una barbaria degna delle peggiori dittatture talebane ed iraniane. Una tortura dunque. Altro che pena rieducativa come sancisce la Costituzione.
Le persone, soprattutto quelle non pericolosi per la gente, vanno curate e non "torturate" nelle patrie galere.
Diceva una volta un grande magistrato: "Noi non siamo come loro".


venerdì 6 gennaio 2012

Copia-incolla giudiziario: i giudici non leggono le carte?

Tiene banco in questi giorni la polemica e lo scandalo dei cosiddetti "giudici copia-incolla" per mezzo di scarcerazioni che concernono personaggi molto noti alla cronaca nera.
Ma la vera problematica di questa quotidiana e diffusa pratica da parte di moltissimi magistrati è certamente da condannare in quanto il più delle volte ciò significa recepire acriticamente e senza giudizio proprio tutto ciò che viene richiesto da parte dei Pm. Un giudice dovrebbe leggere attentamente gli atti, vagliare con criticità gli elementi e le documentazioni e poi valutare in totale autonomia ed indipendenza un proprio provvedimento.Motivandolo adeguatamente.
Quindi il copia-incolla è una deplorevole e poco costituzionale pratica che sottende la mancata lettura e valutazione del materiale probatorio che viene sottoposto ad un giudice. E' un uniformarsi dogmaticamente a tutto ciò che un Pm "propone": soprattuto per quanto riguarda i procedimenti penali di competenza della DDA, la procura nella procura. E' sinonimo di mancanza di motivazione o di "apparenza" della stessa, una palese violazione delle leggi procedurali.
Detto in termini spiccioli e volgari, i giudici "non si leggono le carte": questo significa copia ed incolla da parte di un giudice. Questa disfunzione deriva dal fatto che un ufficio del giudice per le indagini preliminari è costituito da un singolo magistrato a fronte di richieste firmate da più Pm in particolare nei delicati processi di "antimafia", quindi si ha una sorte di timore reverenziale oltre che una minoranza numerica nei confronti della pubblica accusa e quindi si conferma e provvede in totale aderenza alle richieste dell'accusa.
 Bisognerebbe rendere il GIP collegiale per la competenza in materia di emissioni di misure custodiali preventive e per certe tipologie di sequestri, si dovrebbe comporre un ufficio di tre magistrati per un maggiore ed intenso esame degli atti ad essi sottoposti e per le delicate situazioni che concernono la vita delle persone. In parità numerica si avrebbe un confronto alla pari con quello dei Pm e maggiore sicurezza e meno timore nel vagliare con più giuridicità ed attenzione gli incartamenti analizzati.