martedì 14 aprile 2015

La Corte di Strasburgo certifica: non esiste il reato di concorso esterno in associazione mafiosa

Bruno Contrada

Cala la mannaia della Corte Europea dei diritti dell'uomo sul reato non previsto dall'ordinamento giuridico italiano, ma di derivazione giurisprudenziale, di concorso esterno in  base all'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti umani, che stabilisce il principio "nulla pena sine lege"  non avrebbe dovuto essere condannato perché il reato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso è il risultato di un'evoluzione della giurisprudenza italiana e secondo i principi sanciti dalla Costituzione solo la legge può delineare nuove fattispecie di reato, non certamente i precedenti giudiziari.
Secondo la legge italiana l'ex dirigente del Sisde potrebbe chiedere la revisione del processo affinché possa essere ristabilito il violato e sacrosanto principio giuridico.
Con tale decisione storica della Corte di Strasburgo potrebbero essere riaperti tutti i processi con sentenza definitiva per mezzo dei quali si sono condannate persone in base a tale reato inesistente per legge: primo fra tutti il caso di Marcello Dell'Utri.  Seguici su Facebook
Marcello Dell'Utri





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